Positivizzazione dell'economia e perdita della sua funzione sociale in termini di diritti
Nel mondo antico l'economia rispondeva ad un ordine sociale in termini di diritti da mantenere. Con il mercantilismo come pratica prima e con l'avvento dell'economia classica dopo in termini di pensiero, si positivizza e finisce per essere un sistema retto dalla logica matematica e alimentato da interessi individuali senza alcuna costruzione collettiva.
Oggigiorno, dopo la caduta del Muro di Berlino e con l'avvento del processo di globalizzazione economica in cui gli interessi individuali sono legittimati nei mercati finanziari internazionali, tale situazione è ancora più drammatica in quanto intere democrazie sono in balia di tali interessi che girano fortune in pochi minuti e influenzano decisioni di Governi in tutto il mondo dettandone anche i ritmi di sviluppo che non partono più dalla società ma da istituzioni finanziarie.
- Cosa è la positivizzazione dell'economia?
Può essere definita come la razionalizzazione del pensiero economico in termini matematici finendo per alimentare scelte solamente in base a ció che è visibile, utile, lasciando fuori una dimensione trascendentale e domande importanti come: Che tipo di società vogliamo? Cosa è importante per il nostro vivere insieme?
L'economia positivista lascia fuori questioni legati alla giustizia sociale, equità e etica comunitaria. In altre parole, la società si trasforma in un insieme di interessi e non più valori, avvertiti interiormente come momenti necessari ed essenziali dell'identità umana, sociale e ambientale.
Nel 1891 Keynes, il padre del più famoso Mynard, anch'egli economista, conia la definzione che differenzia l'economia positivista dall'economia normativa. La prima studia i sistemi cosi come sono, come appaiono; la seconda studia i sistemi in termini di orizzonte a cui tendere, di costi-benefici.
Relazioni sociali: un campo di battaglia tra lupi e agnelli sacrificali alle leggi del profitto
Le relazioni sociali si sono trasformate in un campo di battaglia alimentate dalla logica del chi perde e chi vince. Non sono più un valore in sé e un momento di costruzione di una identità comune.
Istituzioni subordinate alla logica capitalista
Le istituzioni sono spesso luoghi in cui si nascondo interessi legati alla circolazione del capitale e funzionali al sistema economico dominante, perdendo la loro forza sociale e politica di promuovere diritti e non benefici.
Perdita della relazione tra economia e società
L'Economia non produce beni e servizi funzionali alla vita ma alla circolazione e accumulazione del capitale finendo per produrre sempre più beni inutili, con sempre meno vita e valore aggregato, alimentando una ragion utilitarista e non una ragione ontologica.
La finanziarizzazione dell'economia
- L'economia si è fnanziarizzata. Il 95% dei valori finanziari non ha alcun aggancio con i beni e i servizi scambiati.
Si stima che all'aumento del 10% del PIL mondiale corrisponde un 30% di valori finanziari nominali, senza alcuna base reale con la produzione di beni e servizi, ma frutto di speculazioni future, derivate, ecc. principalmente a breve termine.
Perdita del valore della forza lavoro
Con la finanziarizzazione dell'economia nasce un nuovo fenomeno definito il joblessgrowth, ovvero all'aumento del PIL mondiale dimunuisce la forza lavoro impiegata, ovvero meno occupazione.
Concentrazione della ricchezza e democrazie di lobbies di interessi che influenzano le politiche nazionali e internazionali
La ricchezza mondiale secondo alcuni dati sta sempre più in mano di pochi e oggi autori come Stiglitz definiscono che l'1% del mondo ha maggior influenza di tutto il resto 99% degli abitanti. Tutto ciò ripercuote sulla capacità delle democrazie di rispondere al principio di autodeterminazione dei popoli in quanto le decisioni sono prese sempre più per la forza di interessi di pochi e non attraverso processi dialettici che coinvolgono tutti e che cercano di propmuovere un bene comune.
Nessun commento:
Posta un commento